Scheda Prodotto | |||||||
Ho pensato di diffondere delle schede prodotto che
sono il frutto del lavoro del mio amico analista finanziario Dott.
Giulio Garsia. Ritengo che ciò possa essere utile a chiarire
i rischi e le opportunità che gli investitori affrontano nell'investire i
loro risparmi |
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Scheda prodotto La gestione personalizzata di un patrimonio mobiliare SINTESI I problemi da affrontare nella gestione di un patrimonio mobiliare. Gli strumenti a disposizione I controlli da fare e gli errori da evitare .I prodotti a capitale garantito.
Gestire un patrimonio mobiliare vuol dire prendere continuamente decisioni circa la destinazione delle somme da investire (asset-allocation). Queste decisioni devono partire dalla conoscenza della disponibilità al rischio dell’investitore e possono anche portare al mantenimento della posizione. Devono, però passare attraverso il continuo controllo di tutti gli indicatori economici e devono potersi tradurre immediatamente in interventi sulla struttura dell'asset allocation (ripartizione tra azioni e obbligazioni , area geografica , settore merceologico e stile di gestione ).Gestire un patrimonio vuol dire anche scegliere il prodotto più adatto alle proprie esigenze tra quelli esistenti sul mercato. Il risparmiatore ,soprattutto quando intende investire somme superiori a un milione di euro , deve scegliere, tra i numerosi strumenti a disposizione , quello che gli garantisce la maggiore flessibilità ,intesa come capacità di variare l’asset rispetto a quello concordato alla sottoscrizione del contratto in caso di mutamenti delle condizioni di mercato , e la maggiore rapidità di intervento .
A nostro avviso la GPM è l’unico strumento che può garantire all’investitore la migliore combinazione tra rischio e rendimento. Per descrivere meglio questo prodotto vogliamo evidenziare come sia l’unico, in particolare quando tra gestore e cliente esiste un dialogo costante , in grado di evitare all’investitore le "trappole" del benchmark (parametro di riferimento ). Il benchmark è un valido strumento di confronto delle performance dei gestori ,ma al tempo stesso offre loro un alibi per "sottrarsi" ad alcune decisioni. Si pensi a tutte quelle situazioni in cui sia necessario intervenire su una variabile di investimento fissata nel benchmark . In questi casi spesso non è chiaro su chi ricada la responsabilità di intervenire . Il gestore , anche quello che opera seguendo uno stile di gestione attivo , è portato a non scostarsi significativamente dal parametro di riferimento perchè per lui ,vale a dire per la sua personale valutazione professionale ,i rischi sono molto più alti rispetto alle possibilità di ricevere un beneficio : la matrice riporta i possibili comportamenti del gestore che attenda un crollo dei corsi Mercato in ribasso Mercato in rialzo
Il gestore che non abbia uno stretto contatto con il risparmiatore non si pone il problema di difendere la performance assoluta del risparmiatore .Nel primo caso il cliente sarebbe forse più interessato a non perdere e accetterebbe più il rischio di non guadagnare piuttosto che quello di perdere ,sia pure in misura inferiore rispetto al parametro , ma il gestore non terrà in considerazione questo aspetto a meno che non possa disporre velocemente di un benchmark diverso, o almeno di un accordo verbale con il cliente dal quale risulti che sia stata delegata a lui la responsabilità di intervenire anche scostandosi dal parametro allo scopo di ridurre i rischi o di cogliere nuove opportunità. Riassumendo spesso il cliente viene "abbandonato" poichè chi ha curato la sottoscrizione del prodotto non si preoccupa e , comunque non è in condizione di agire con tempestività ,mentre chi materialmente gestisce le somme non ha alcun contatto con il cliente e non ritiene di farsi carico di cambiamenti di strategia .La GPM invece è un prodotto che può accentrare in sè tutti i livelli di decisione strategica previsti da un asset-allocation.
Esistono inoltre altri vantaggi "minori" di una GPM che sono richiamati già nel nome . Una gestione personalizzata consente , infatti ,una maggiore attenzione al rendimento del cliente anche al di là dell'andamento del mercato .Un esempio potrà chiarire questo concetto. Si pensi ad un mercato che valga 100 a gennaio, 200 a marzo e 160 a giugno :a giugno l'investitore entrato a gennaio è ancora in utile mentre quello entrato a marzo perde. Soltanto un cliente che sia entrato in una GPM può sperare in un'attenzione particolare che tenga conto della sua perdita .Chi si trova in uno strumento di gestione collettiva non ha una perdita evidenziata agli occhi del gestore il quale probabilmente considererà solo la performance da inizio anno che continua a rimanere positiva. Una Gpm può cambiare facilmente stile di gestione passando, per esempio, ad una maggiore attività di trading in caso di elevata volatilità dei mercati. Può intervenire su un singolo titolo ,scegliendolo in base a criteri che qui è superfluo richiamare , ma può intervenire anche su fondi e in particolare su azioni cosiddette indici che permettono la stessa diversificazione di un fondo a gestione passiva , ma non hanno il problema dei giorni valuta che impediscono di gestire in tempo reale il momento di entrata e o di uscita dal mercato . Naturalmente , poiché non basta scegliere il prodotto con le caratteristiche tecniche adeguate , ma bisogna anche che queste siano sfruttate interamente diventa importante conoscere le persone che agiscono sui propri risparmi , avere informazioni sui risultati conseguiti da queste in passato e conoscere l’organizzazione esistente dietro al servizio che offrono.Per quanto riguarda i prodotti completamente privi di rischio Le segnaliamo le unit-linked, ma garantiscono performance molto ridotte che vengono ulteriormente decurtate da commissioni di acquisto molto alte e , soprattutto, hanno un costo opportunità molto alto perché il risparmiatore percepisce solo una parte dell’eventuale performance positiva dei mercati. Lo schema classico prevede l’acquisto ,da parte della società di gestione, di uno zero coupon bond che permetta la restituzione a scadenza del capitale garantito e l’investimento della somma residua sul mercato azionario. In altre parole sarà comunque solo una parte della somma investita a "lavorare" nei fondi azionari anche quando le probabilità di un rialzo dovessero essere prevalenti.
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