L'attacco
terroristico e gli scenari plausibili
(22 Gennaio 2002) |
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Queste righe vogliono continuare il commento iniziato
subito dopo l'attacco terroristico negli USA. Sono state scritte con
l'aiuto e la collaborazione del mio amico analista finanziario Dott.
Giulio Garsia. Ritengo che ciò possa essere utile a chiarire
i rischi che gli investitori potrebbero dover fronteggiare nelle prossime
settimane. |
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Attacco agli USA. Il commento del 22 Gennaio Cosa succede Il dibattito economico continua ad essere incentrato sulla ripresa . Qualcuno teme che i primi segnali positivi possano essere effimeri e che i mercati stiano per riportare un doppio minimo altri sono più fiduciosi e vedono un recupero già impostato per la seconda parte dell’anno. Le statistiche sono a favore dei pessimisti !! Un’analisi delle ultime sei recessioni dal 1957 al 1991 mostra che in 5 casi su sei i mercati finanziari americani hanno registrato un doppio minimo .Solitamente tale fenomeno è causato da un iniziale calo delle scorte che fa intravedere una ripresa a cui segue, invece, un calo della domanda. I sostenitori di questo scenario si basano sul venir meno della parte di retribuzione legata ai bonus di fine anno e sui forti sconti che sono stati praticati su tutti i fronti (vendita di auto, viaggi ecc. ) dopo l’11 settembre . Inoltre si fa presente che si è nuovamente in presenza di multipli alti per i titoli tecnologici e che alcune società dichiarano di non avere certezze circa gli andamenti dei loro utili nei prossimi trimestri. Nei giorni scorsi Microsoft è arrivata a perdere 3 dollari in una seduta , ossia il 5% del proprio valore , dopo aver annunciato risultati di bilancio superiori alle attese ,ma disorientando al tempo stesso gli investitori mostrando un’estrema cautela circa il futuro. Un ulteriore esempio del "clima" di cui godono i titoli tecnologici si evince dal recente downgrade che molti intermediari hanno assegnato al titolo a Nokia dopo aver rivisto al ribasso le stime sulle vendite di telefonini. Chi sostiene lo scenario più favorevole immagina che la ripresa dell’economia americana e, quindi , di quella europea possa avvenire senza passare attraverso un’ulteriore fase ribassista. A sostegno di questa tesi vengano portati alcuni dati sull’andamento dei margini di profitto delle aziende che inizierebbero a risentire positivamente dei tagli dei costi. Nei prossimi giorni nuovi dati economici unitamente all’uscita dei dati trimestrali sulle società americane contribuiranno a far prendere al mercato una direzione. Per quanto riguarda la situazione in Argentina la maggior parte degli osservatori pur rilevando l’esistenza di una profonda crisi con una crescita negativa per il sette per cento ,un inflazione del 50 ed una svalutazione che dovrebbe portare ad un livello di 2.5 pesos per un dollaro continua a non ritenere probabile un contagio agli altri paesi dell’area. La situazione del Brasile viene ,comunque seguita con estrema attenzione poichè un suo eventuale coinvolgimento potrebbe avere serie conseguenze per l’economia americana. Maggiori preoccupazioni, per quanto non immediate (all’apparenza), suscita l’economia giapponese. In Giappone la mancanza di un governo proveniente da un’elezione rende impossibile anche soltanto avviare un serio programma di riforma del sistema bancario. Altro elemento di preoccupazione , per quanto non percepito dai mercati , continua ad essere l’entità del deficit commerciale americano.
Questa nota si basa su dati di pubblico dominio ritenuti attendibili ,ma suscettibili di modifiche improvvise. Intende soltanto proporsi come ausilio alla comprensione dei movimenti dei mercati finanziari . Non intende essere uno strumento di analisi nè intende sollecitare qualsivoglia operazione di compravendita di prodotti finanziari . |