L'attacco
terroristico e gli scenari plausibili
(3 Marzo 2003) |
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Queste righe vogliono continuare il commento iniziato
subito dopo l'attacco terroristico negli USA. Sono state scritte con
l'aiuto e la collaborazione del mio amico analista finanziario Dott.
Giulio Garsia. Ritengo che ciò possa essere utile a chiarire
i rischi che gli investitori potrebbero dover fronteggiare nelle prossime
settimane. |
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Attacco agli USA. Il commento del 3 Marzo Cosa succede Le
valutazioni economiche in questo momento rimangono sullo sfondo per quanto , in qualche caso , risultino incoraggianti . Il quadro
geopolitico pesa , ovviamente , molto di più e si presta sia
a scenari “tranquillizzanti”
sia a scenari diciamo più incerti … Sul fronte geo-politico esistono scenari rosei che prevedono
l’esilio del dittatore iracheno ,un colpo di stato per il quale si dice
che l’Arabia Saudita abbia offerto somme enormi ai generali iracheni
o , comunque soluzioni pacifiche tipo il dispiegamento dei caschi
blu sul territorio iracheno allo scopo di garantire il prolungamento del
lavoro degli ispettori .Secondo alcune fonti citate da centri di studi
strategici americani (www.stratfor.com
) la recente visita dell’ex premier
sovietico Primakov avrebbe
avuto l’obiettivo di introdurre i caschI blu e addirittura
gli iracheni avrebbero chiesto a Putin di offrire alle compagnie
petrolifere americane ed inglesi i diritti di sfruttamento dei giacimenti
iracheni .La guerra potrebbe infine risolversi rapidamente se al
“momento giusto” i generali di Baghdad rifiutassero di seguire gli
ordini attratti dalla possibilità ,già pubblicamente ventilata dagli
americani , di poter mantenere il proprio status anche nell’Iraq della
ricostruzione. All’altro estremo lo scenario catastrofico prevede una
guerra “persa” dalla coalizione più
o meno allargata. I rischi percepiti
dagli esperti militari sono legati a possibili combattimenti
casa per casa con un numero elevato di vittime e alla possibilità
che gli iracheni replichino la strategia seguita dai serbi nascondendo i
loro reparti per attaccare poi i
canali di rifornimento alle spalle della prima linea .A questo proposito
si fa osservare che rispetto alla prima guerra del golfo dove gli
americani si erano fermati a Bassora percorrendo solo 200 km
questa volta la distanza da percorrere sarà maggiore così come i
pericoli che di conseguenza correranno i reparti logistici nelle
retrovie.Lo scenario catastrofico si estende anche ad un eventuale dopo
guerra indipendentemente dalla durata del conflitto basti pensare che come
Stato l’Iraq nasce nel 1921 su iniziativa degli inglesi
a seguito delle ripartizioni territoriali indotte dalla fine della
prima guerra mondiale e dal crollo dell’impero ottomano e questo ,
ovviamente , ha lasciato una serie di “questioni aperte”. La Turchia ,
ad esempio , ha avuto per più di 1000 anni il controllo delle zone
petrolifere attualmente nella no fly-zone settentrionale dell’Iraq .Dopo
il 1920 ha avuto dei diritti di sfruttamento pari al 10% del ricavato
petrolifero dell’area che ha percepito sino al 1955
rinunciando solo nel 1986 a rivendicarli
,ma c’e chi pensa che legalmente possano essere recuperati.
Esistono , comunque contatti con tutte le fazioni dell’opposizione
irachena che si sono recentemente riunite a
Salahaddin (Iraq
settentrionale ) ,dopo essersi riunite una prima volta a Londra lo scorso
dicembre ,evidenziando , sia
possibili opportunità per il dopo guerra , sia dichiarazione di
avversione all’intervento americano… .In particolare c’è da
chiedersi cosa faranno i curdi a nord
( possibili problemi con la Turchia )
e gli sciiti a sud ( possibili problemi con l’Iran ). Lo scenario per così dire intermedio è quello
legato al proseguimento dell’attuale situazione in cui si ci
limita a concedere più tempo agli ispettori .Questo potrebbe essere anche
auspicato dal regime iracheno che sa benissimo come sia difficile con
l’aumentare delle temperature indossare le tute protettive per la guerra
chimica e come sia difficile mantenere per lungo tempo un dispiegamento di
forze come quello attualmente nel golfo stante la necessità di sostituire
gli uomini dopo alcuni mesi. Ovviamente ad ognuno
di questi scenari è associato un possibile andamento del mercato
.Per quanto riguarda le probabilità da assegnare a ciascun
scenario lo scopo di queste righe è anche un po’ quello di aiutare chi
legge a farsi una propria idea .Uno studio di Morgan uscito nei giorni
scorsi assegnava un peso del 30% allo scenario intermedio , del
50 a quello di un successo militare e/ o politico e il restante 20
per cento alla catastrofe. Allo scenario positivo viene associato dagli
strategist di Morgan
Stanley un target per i
mercati europei corrispondente
ad un rialzo di oltre il 20% dagli attuali livelli pur tenendo conto della riduzione delle stime sulla crescita
mondiale abbassate , dalla stessa casa , dal 2.9 al 2.5 per cento .Anche
sul mercato americano Morgan presenta degli argomenti a favore di un rialzo del mercato
puntando sulla presenza di una grossa
liquidità nei fondi pensione che si troverebbero sotto benchmark e
quindi sarebbero costretti ad inseguire il mercato ( in caso di
tendenza rialzista … ! ) Allo scenario intermedio viene associato un mercato che si
mantiene nell’attuale trading range probabilmente sostenuto da un
ribasso dei tassi di interesse in Europa.Inutile dire che lo scenario
peggiore vedrebbe mercati in caduta anche se in questo caso si ipotizza un
sostanzioso calo dei tassi in Europa .Il prezzo del petrolio ,molto
probabilmente finirebbe ,
comunque per essere calmierato con l’aiuto dell’Arabia Saudita che ha
già dimostrato di voler “collaborare” in occasione della crisi venezuelana recuperando così un
po’ di credibilità nei confronti degli Stati Uniti che hanno iniziato
una seria azione di controllo di
tutti i flussi finanziari delle Ong caritatevoli
(*) . Per chi è interessato alla quotazione del dollaro vale la pena
evidenziare che sia gli esperti di Morgan Stanley che quelli di Deutsche
hanno dei target che prevedono, per fine anno, la “necessità” di
avere 1,15 dollari per ottenere un euro. (*)
Tali organizzazioni muovono
enormi flussi di denaro nell’ambito della consuetudine di aiuti tipica
delle comunità musulmane che prevedono una vera e propria tassazione
sociale.Nelle pieghe dei loro bilanci è estremamente facile nascondere
finanziamenti ai terroristi .Prima dell’11 settembre i controlli erano
assolutamente scarsi anche negli USA Questa nota si basa su dati di pubblico
dominio ritenuti attendibili, ma suscettibili di modifiche
improvvise.Intende soltanto proporsi come ausilio alla comprensione dei
movimenti dei mercati finanziari. Non
intende essere in alcun modo uno strumento di analisi o uno studio, né
intende sollecitare qualsivoglia operazione di compravendita di prodotti
finanziari.Ricordiamo che ogni risparmiatore deve basare le proprie
decisioni di investimento su una propria convinzione.Questa nota si
propone soltanto di presentare una sintesi delle opinioni diffuse presso
alcune delle principali banche d’affari internazionali circa le
possibili evoluzioni dei movimenti dei mercati finanziari. I
dati e le analisi riportati a
proposito della situazione geopolitica sono stati estratti dalla rivista
LIMES e dal sito stratfor.com .
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